L'ERA DI NARCISO ED ECO.

Secondo il mito Narciso era un bel giovane che rifiutò l'amore della ninfa Eco. Come punizione, fu destinato ad innamorarsi della sua stessa immagine riflessa nell'acqua. Incapace di consumare il suo amore, Narciso "rivolge lo sguardo rapito nello specchio d'acqua, ora dopo ora" e infine viene mutato in un fiore che porta il suo nome.

Il termine narcisista è entrato a far parte del linguaggio comune per designare una persona egocentrica, con un’alta considerazione di sé e delle proprie azioni, che lo spinge a ritenersi al di sopra delle parti e di questo ne è compiaciuto. Ma questo è solo un lato della medaglia del narcisismo, quello più evidente e facilmente riconoscibile.

Il disturbo della personalità narcisista è diventato molto di moda negli ultimi tempi, e l'uso di questo termine, originariamente diffusosi nella letteratura psicoanalitica, si nota sempre di più anche nel linguaggio comune.

La cultura del narcisismo caratterizza l'era del benessere delle società avanzate, in cui la crisi dei valori e altre complesse trasformazioni sociali hanno letteralmente stravolto il significato dell'esistenza dell'uomo facendolo per così dire "ripiegare su se stesso": è ormai un luogo comune dei mass media definire le ultime decadi di questo secolo come "l'era del narcisismo".

Secondo il senso comune, la personalità narcisistica viene identificata con la persona che ha un'idea grandiosa di Sé, si ritiene un essere speciale, perfetto, in possesso di qualità superiori, ritiene di sapere tutto e di fare bene ogni cosa, con presunzione. Quest’idea è spesso alimentata da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza.

Da qui la necessità di circondarsi di persone che possano apprezzare quel talento. L’ammirazione che ha di sé la pretende anche dagli altri, ricerca continue conferme del proprio valore e rimane stupito e frustrato se passa inosservato. È come se ogni suo gesto, ogni comportamento, fosse degno di nota e dovesse essere sottolineato con un coro di applausi. Vive in un mondo in cui le sue necessità sono prioritarie, speciali, ed è compito degli altri soddisfarle. I bisogni degli altri non vengono visti.

 

Il partner ideale per questi soggetti è frequentemente una persona che ha una scarsa stima di sé, che si lascia sedurre dall’immagine esteriore di sicurezza che il soggetto narcisista mostra.

Questa è l'altra faccia della stessa medaglia, non così evidente come la prima, non così conosciuta, ma altrettanto dannosa per il Sé e fonte di sofferenza psicologica.

Queste persone non esprimono il bisogno di un rapporto affettivo coinvolgente, danno l’idea di accontentarsi di poca cura ed attenzione per continuare a vivere, eternamente secondi, accondiscendenti per quieto vivere, con pochi spazi decisionali, costretti a sopportare l’arroganza e talvolta le umiliazioni del partner. La loro sopravvivenza psichica è legata alla capacità di sviluppare gratificazioni nel lavoro, nelle amicizie, negli hobbies, nella cura dei figli e della casa. E' possibile che nel tempo queste persone sviluppino una depressione.

Si comprende già dalla descrizione delle peculiarità dell'uno e dell'altro carattere, come sia facile empatizzare con il secondo tipo di narcisismo e come sia al contrario difficile cogliere la parte sofferente del primo. Eppure, in entrambi i lati della medaglia, vi è all'origine un bambino le cui primissime fasi evolutive furono disturbate e che di conseguenza si struttura difensivamente in un modo piuttosto che nell'altro.

La psicoanalisi moderna e contemporanea si è assunta l'arduo compito di esplorare i disturbi narcisistici di personalità ed i molti studi esistenti in tale ambito hanno contribuito a far luce su una patologia che appare sempre più radicata nell'attuale momento storico.

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