Depressione, disturbi dell’umore, d’ansia e del comportamento alimentare: nel 2015 saranno le malattie psichiche più diffuse nella popolazione italiana e potrebbero riguardare addirittura un italiano ogni quattro.
Queste le stime del Fenascop (Federazione Nazionale delle Strutture Comunitarie Psico-Socio-Terapeutiche), le quali prevedono che 3.300.000 italiani potrebbero soffrire di disturbi d’ansia, 2.100.000 si troverebbero a lottare con depressione e disturbi dell’umore e 1.200.000 sarebbero alle prese con disturbi del comportamento alimentare.
Un’emergenza silenziosa e trascurata destinata a crescere se pensiamo che un ulteriore 10% della popolazione soffre di disturbi del sonno e di attacchi di panico, spesso sintomi iniziali di altre patologie.
Tra le cause più diffuse sembrano esservi il crollo delle certezze dovuto alla crisi economica, famiglie e coppie che vanno in frantumi, una crescente solitudine, il disagio dei figli, i ritmi frenetici di vita, l’isolamento, lo stress e, non da ultimo, l’allungamento della vita media che comporta un incremento di altre problematiche ancora.
Eppure solo il 41% di chi ne ha bisogno arriva a chiedere aiuto, per difficoltà ad esporsi, paura di stigma sociale, inconsapevolezza della relazione tra eventi di vita e malattia, difficoltà nel reperire il tipo di aiuto necessario, tendenza ad interpretare il disagio prettamente in termini fisici, ignorando quelli emotivi…
Nel 2011 la London School of Economics pubblicò i risultati di uno studio le cui conclusioni indicano che una programmazione mirata alla prevenzione e alla cura di depressione e disturbi d’ansia attraverso un intervento psicologico, piuttosto che esclusivamente farmacologico, riduce drasticamente la spesa sanitaria inglese. Da qui l’attivazione ad intervenire precocemente per un processo di guarigione più veloce e completo con minori costi sanitari.
Ricordiamo, infine, che già nel 2005 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiarò: “Non c’è salute senza salute mentale”.